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Perché Sanremo è…Sanremo: il caso Instagram e la pubblicità occulta.

Si sa, il Festival di Sanremo ormai è sempre più non solo il Festival della canzone italiana, ma palcoscenico indiscusso di grandi momenti di spettacolo, della moda e del costume, delle rivendicazioni politiche e dei diritti (con tutte le polemiche che ne conseguono) e ovviamente - visti anche gli ascolti da record e sempre crescenti negli ultimi anni - della pubblicità in ogni sua forma.

 

Quest’anno, come se non bastassero le polemiche per l’edizione in corso - prima tra tutte quella del “ballo del qua qua” inflitto da Amadeus e Fiorello a John Travolta - il TAR del Lazio, IV sezione, nel pieno svolgimento del Festival, in data 6 febbraio, ha pubblicato la sentenza n. 2255/24, confermando la sanzione amministrativa di circa € 175.000,00 imposta dall’AGCOM con Delibera 125/23/CSP a carico di Rai - Radiotevisione Italiana S.p.a. per pubblicità occulta di “Instagram” in relazione ai comportamenti tenuti durante la 73° edizione del Festival di Sanremo 2023 da Chiara Ferragni e da Amadeus.

 

Gli assidui telespettatori del Festival ricorderanno infatti che durante la scorsa edizione del Festival di Sanremo, in ragione della presenza di Chiara Ferragni, in qualità di co-conduttrice, sono stati numerosi i momenti di interazione dei conduttori con il social network Instagram: dall’apertura in diretta televisiva dell’account di Amadeus con l’aiuto dell’influencer nel corso della prima serata (che ha portato il profilo dello stesso al raggiungimento in pochissimo di migliaia di followers), alle varie “dirette”, interazioni, citazioni verbali e apparizioni del servizio nel corso di varie puntate del Festival e del programma “Sanremo Start”.

 

Questi momenti di ilarità, probabilmente volti a dare contenuto alla presenza dell’influencer (che ricorderemo anche per gli eloquenti abiti di Dior e Schiapparelli indossati),  sono stati tuttavia ritenuti dall’AGCOM, dopo l’analisi delle documentazione, dei contratti e delle informazioni fornite dalla RAI e nonostante le difese svolte da quest’ultima volte soprattutto a dimostrare che le iniziative legate ad Instagram facevano parte di una precisa strategia editoriale mirata a raggiungere un pubblico più giovane e orientato al mondo digitale che predilige proprio questo specifico social network, una forma di pubblicità occulta. Alla Rai è stata dunque contestata la violazione dell’articolo 43 comma 1 lett a) del D.lgs 208/2021 e dell’art 13 comma 3 DM 581/1993 sul presupposto che nel corso della trasmissione “le reiterate , insistite citazioni verbali e apparizioni visive del servizio e dello specifico profilo Instagram associato a un personaggio reale, hanno integrato la messa in onda di una vera e propria comunicazione commerciale audiovisiva occulta a favore del predetto social network”.

 

La decisione presenta profili di grande interesse, soprattutto in assenza di un accordo (scritto) tra la Rai e Instagram e l’assenza di elementi di prova di accordi verbali tra le due società in relazione alle attività svolte durante il Festival, proprio perché AGCOM, come il Tar, hanno dato rilievo al fatto che, pur in assenza di un accordo commerciale, la Rai avrebbe dovuto prevedere le implicazioni delle proprie scelte editoriali, e dunque assumersi i rischi di tale condotta, di cui oggi deve pagare il prezzo della sanzione inflitta.

 

Chissà se alla fine non saranno proprio Amadeus e la Ferragni a doverla pagare (come dichiarato da Amadeus in conferenza stampa durante il Festival). Certo sarebbe l’ennesima gatta da pelare per Chiara Ferragni, come se non bastassero già tutte le beghe giudiziarie che deve affrontare dopo l’ormai noto caso “Balocco”.

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